Filiera grano-pasta. Accordo con l'Università  della Tuscia per mappare il grano duro italiano

Filiera grano-pasta. Accordo con l'Università  della Tuscia per mappare il grano duro italiano

Il Protocollo d’Intesa lanciato lo scorso dicembre dal tavolo formato da Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane), Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri e Italmopa (Associazione Industriali Mugnai d’Italia), con le due new entry, Assosementi (l’associazione che rappresenta a livello nazionale l’industria sementiera) e Compag (la federazione nazionale commercianti di prodotti per l’agricoltura che rappresenta, tra gli altri, i centri di stoccaggio e commercializzazione dei cereali), vale 61 mld di euro, quasi la metà dell’agroindustria italiana. Aumentare la disponibilità di grano italiano di qualità per la nostra pasta, sostenere l’agricoltura nazionale rafforzandone la competitività: gli obiettivi del Protocollo, che mette al centro la filiera, vero valore aggiunto.

Annunciata anche la partnership con l’Università della Tuscia per mappare il grano duro italiano e definire disciplinari e contratti-quadro di coltivazione, a cui hanno già aderito 6 mila aziende agricole di 15 Regioni per oltre 100 mila ettari di superficie coltivata a grano duro di qualità. Come spiegato da Giuseppe Scarascia Mugnozza, direttore Dibaf dell’Università, saranno tre gli ambiti di lavoro che verranno portati avanti: la mappatura quali-quantitativa degli areali di produzione del grano duro su tutto il territorio nazionale; lo sviluppo di disciplinari per la coltivazione sostenibile e lo stoccaggio di grano duro di qualità.

«A differenza dei pastai di altre nazioni, noi italiani abbiamo la responsabilità di produrre pasta di altissima qualità e, quindi, abbiamo bisogno di tanto grano buono, vincolato ai parametri della legge di purezza. Non sempre riusciamo a trovarlo in Italia. Per questo chiediamo al governo di starci vicino in questo disegno di unione di filiera. Dobbiamo attaccare i mercati non difenderci». Ad affermarlo Paolo Barilla, presidente di Aidepi, che ha sottolineato il valore di questo progetto, che «si muove su logiche di lungo termine, per rendere più virtuosa, innovativa e competitiva la filiera italiana grano-pasta».

Il protocollo d’intesa in 5 punti
1 Incrementare la disponibilità di grano duro nazionale di qualità e prodotto in modo sostenibile per venire incontro alle esigenze dell’industria molitoria e della pasta.
2 Incentivare e sostenere l’agricoltura virtuosa, con premi di produzione legati al raggiungimento di standard qualitativi del grano e alle caratteristiche del territorio di produzione.
3 Concentrare progressivamente l’offerta di grano duro e censire i centri di stoccaggio idonei alla conservazione del grano duro di qualità.
4 Stimolare formazione, ricerca e innovazione nella filiera italiana grano-semola-pasta.
5 Promuovere e difendere in maniera coesa un’immagine forte della pasta italiana, garantirne la sicurezza anche attraverso la tracciabilità informatica dei vari passaggi della filiera.

(da Terra e Vita)